CHI CI SEGUE ANTICIPA
4 campi da tennis di cui 3 adiacenti e sempre coperti, con riscaldamento a pavimento, superfici di ultima generazione “giocabilissima” e antichoc al riparo, in ogni stagione, di una copertura a doppia membrana aerata, con illuminazione full led, tribune, spogliatoi e palestrine ad hoc.
Se poi prenotando on line non si trovasse compagno di gioco…sono a disposizione il muro di allenamento,
il campo da paddle, il “pittino”, la video analisi, il tutto nel comfort più assoluto, “bevande incluse”!
PLAY-FLEX COMFORT®
I nostri campi da Tennis saranno in Play-Flex Confort®, questa tecnologia permette di realizzare superfici ideali su cui giocare a Tennis e a tutti gli sport che necessitano di un campo sintetico. Grazie alla particolare elasticità che caratterizza il Play-Flex Confort® è possibile garantire ai giocatori il massimo comfort di gioco. Questo tipo di superficie riesce ad esaltare il rimbalzo della palla e cosa più importante riduce al minimo i traumi alle articolazioni. Play-Flex Confort® è certificato ITF – Classe 3 (medio)
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LA COPERTURA PER GLI ARCHI IN LEGNO
Per ottenere i risultati migliori e una qualità superiore è stato aggiunta una seconda membrana all’originale copertura, formata da una moltitudine di strisce che sono state inserite tra due archi contigui. Il tutto viene fissato con l’ausilio di alcuni particolari profili in alluminio. Il risultato finale è la creazione di una intercapedine tra le due membrane in cui viene fatta circolare aria calda o fredda in base alle esigenze.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″ animation=”” text_align=”” column_style=””][vc_column_text]
Proiettori Led
SUPERFICI SINTETICHE:IL PARERE DELL’ORTOPEDICO
Riportiamo di seguito un articolo apparso sul Trimestrale del Coni Servizi SpazioSport n° 17 del 2011.
Il nostro è un paese storicamente orientato alla terra rossa. Su circa 10.000 campi da tennis a disposizione dei Circoli affiliati alla Federazione, oltre il 90% sono realizzati con l’amata polvere di mattone. Di recente, nel tentativo di ammodernare la nostra dotazione impiantistica, la Federazione Italiana Tennis ha lasciato il “Progetto Campi Veloci” al fine di stimolare la diffusione. Dell’argomento discutiamo nell’articolo dedicato alle strategie di programmazione.
Tuttavia, nel nostro ambiente il dibattito è molto acceso, e fra i praticanti, specie i più anziani, restano molte diffidenze, soprattutto per timore di infortuni. Ne abbiamo parlato con uno dei pù autorevoli ortopedici e traumatologi italiani, il professor Giovanni di Giacomo, specializzato nella cura delle principali patologie articolari (spalla, caviglia, gomito, ginocchio) mediante le più moderne tecniche artoscopiche.
Il Dr. di Giacomo conosce molto bene anche gli aspetti tecnici, essendo un grande appassionato di tennis e rivestendo da molti anni la carica di responsabile medico europeo per i tornei ATP Master 1000 e Sony Ericsson WTA Tour.
Dottor di Giacomo, nel mondo del tennis italiano c’è un dibattito molto acceso sul Progetto Campi Veloci, con cui la Federazione vorrebbe stimolare i Circoli a dotarsi di campi sintetici per far allenare e competere maggiormente i giovani su queste superfici.Quale la sua opinione?
Da appassionato posso dire che mi pare un’ottima cosa. Mi sono reso conto che ormai il veloce, è la superficie più diffusa nel tennis professionistico, e una graduale introduzione dei campi rapidi, anche in un Paese a prevalente cultura della terra come il nostro è del tutto auspicabile per ottenere risultati migliori.
E sul piano medico? Tanti soci e appassionati hanno paura che i campi sintetici facciano male alle articolazioni. Qual è il suo parere in propostito?
Mi sento di lanciare un messaggio pienamente rassicurante, ma vanno fatti dei distinguo: le vecchie superfici dure erano in effetti piuttosto impegnative per le articolazioni. Ma negli ultimi anni sono stati compiuti grandi progressi. I campi sintetici oggi hanno uno strato di materiale gommoso, detto “cushion” che consente di eliminare gran parte delle sollecitazioni a carico di caviglie, ginocchia e colonna vertebrale. E quindi molti allarmi mi paiono ormai non più giustificati.
E poi?
E poi, gioca un ruolo importante la tecnica: il modo di spostarsi sui campi veloci è diverso da quello che si usa sulla terra rossa, e si deve imparare a muoversi nel modo giusto, esattamente come si impara il servizio. Infine, va anche detto che molti problemi nascono da una scelta superficiale dell’attrezzatura. Il sintetico è una superficie bloccante, se ci si gioca sopra con scape da terra rossa, che sono costruite per scivolare, poi non si può dare la colpa al campo. Si devono scegliere le scarpe più corrette per ciascun tipo di pavimentazione.
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